Dizionario dell’energia termica
ACIDITÁ
Vedi pH;
ACQUA
L’acqua è un composto costituito da due parti di idrogeno e una parte di ossigeno (H2O) che in condizioni normali di pressione e temperatura, si trova allo stato liquido.
ACQUA POTABILE
È l’acqua destinata al consumo umano e quindi, deve avere caratteristiche (chimiche, fisiche, batteriologiche) conformi alle leggi vigenti in materia.
In Italia, i requisiti di qualità sono stati fissati definitivamente dal DPR 236/88, in attuazione della Direttiva CEE 80/778 e dal D.M. della Salute 443/90.
ACQUA NON POTABILE
È l’acqua che, pur non possedendo le proprietà chimico-fisiche e batteriologice nei limiti imposti dalla legge, non contiene comunque, sostanze o microrganismi nocivi per le persone che ne vengono a contatto.
ACQUA CALDA SANITARIA
È l’acqua impiegata per usi igienici e sanitari , prodotta con diversi sistemi (accumulo, istantanei, misti).
ACQUE USATE
Sono le acque di rifiuto cioè, le acque fecali o nere, le acque bionde, le acque saponose e le acque grasse che è necessario eliminare tramite idonee reti di scarico e che provengono dall’uso degli apparecchi sanitari della casa.
AERAULICA
Si occupa della realizzazione dei circuiti destinati a trasportare l’aria dalla centrale di trattamento fino agli ambienti da climatizzare.
AEROTERMO
È un apparecchio costituito da un elettroventilatore, da uno scambiatore di calore , filtro e bacinella per la raccolta dell’acqua di condensazione. Viene impiegato come unità terminale negli impianti di riscaldamento che usano l’aria calda come fluido termovettore.
ADDOLCIMENTO
È un particolare trattamento a cui viene sottoposta l’acqua , per diminuire la sua durezza.
ADDOLCITORE
È l’apparecchiatura con cui si realizza l’addolcimento dell’acqua. In pratica, è un serbatoio contenente delle resine sintetiche di ioni di sodio. Gli ioni dei sali di calcio e di magnesio che conferiscono la durezza all’acqua, vengono trasferiti sulla resina al posto degli ioni di sodio i quali, vanno poi a formare nell’acqua dei sali solubili non incrostanti. In altri termini gli addolcitori servono a trasformare i sali incrostanti in sali solubili nell’acqua.
ADDUTTANZA
Rappresenta la quantità di calore che per m2 di superficie e per °K di temperatura, passa per effetto dell’irraggiamento e della convezione , complessivamente si dice appunto per adduzione, dalla superficie all’ambiente circostante. Si misura in W/m2°K
AEROTERMO
Unità terminale di un impianto di riscaldamento ad aria calda, costituito essenzialmente da uno scambiatore e da un elettroventilatore. L’erogazione forzata dell’aria calda può avvenire in direzione verticale o orizzontale.
ALTEZZA EFFICACE DEL CAMINO
Differenza di quota tra la sezione di ingresso dei fumi dell’apparecchio posto più in basso, nel condotto dei fumi, e la sezione di sbocco del camino.
L’unità di misura è il metro [m].
ALTEZZA VIRTUALE (Camino)
È l’altezza reale del camino o canna fumaria, diminuita di 1 m per ogni metro di tratto sub-orizzontale(raccordo camino-apparecchio) e di 0.5 m per ogni cambiamento di direzione e variazione di sezione compreso l’imbocco e lo sbocco.
ALTEZZA DI INTERPIANO
Differenza di quota tra due immissioni successive; equivale alla distanza verticale fra lo sbocco, in canna fumaria, delle sezioni terminali dei condotti fumi di due caldaie sequenziali. Si misura in metri [m].
APPARECCHIO TERMICO
È una macchina costituita da uno o più bruciatori muniti dei rispettivi organi di regolazione e controllo.
APPARECCHIO TERMICO STAGNO
Apparecchio la cui camera di combustione è “isolata” e quindi non in comunicazione con l’ambiente in cui è installato.
APPARECCHIO TERMICO A CAMERA APERTA
Apparecchio che ha la camera di combustione in comunicazione con l’ambiente in cui è installato.
ARIA
Miscela di gas composta da circa il 21% di ossigeno (O), il 78% di azoto (N) e l’1% di altri elementi (idrogeno, anidride carbonica,ecc.)
ARIA COMBURENTE
Componente necessario per realizzare un processo di combustione. Ogni combustibile, ha bisogno di un determinato quantitativo di ossigeno, contenuto nell’aria,detto “stechiometrico”, per bruciare cioè, per fare in modo che il carbonio (C) e l’idrogeno (H) in esso presenti, si trasformino in anidride carbonica (CO2) e vapore d’acqua (H2O).
Considerando per esempio la reazione di combustione del metano :
CH4+2O2 => CO2+2H2O
possiamo dire che 1 volume di metano per bruciare ha bisogno di 2 volumi di ossigeno corrispondenti a circa 10 volumi di aria atmosferica comburente
ARIA PRIMARIA
È l’aria sottoposta a trattamento termoigrometrico che viene distribuita dai canali che costituiscono il circuito dell’impianto di condizionamento.
ARIA SECONDARIA
È l’aria presente nell’ambiente da condizionare.
ARIA INDOTTA
È la porzione di aria trascinata dall’aria di mandata quando essa viene immessa nell’ambiente da condizionare.
Componente di un apparecchio termico che svolge due funzioni principali:
– miscela il combustibile con il comburente nella giusta proporzione in modo che, il rapporto fra le loro quantità sia tale da rientrare nel campo d’infiammabilità;
– brucia il combustibile ed il comburente dando origine alla fiamma e ai gas combusti da avviare allo scarico.
BIODIESEL
Biocombustibile derivante da oli vegetali quali soia, girasole, e colza. La sua caratteristica è di avere proprietà chimico-fisiche simili a quelle del gasolio di cui è un sostituto sia in forma pura sia in miscela con il gasolio stesso
Detta anche generatore di calore.
Si tratta di un’apparecchiatura che trasferisce il calore della fiamma che si genera dalla combustione, regolata dal bruciatore, al fluido termovettore e cioè all’acqua che attraversa la caldaia passando in uno scambiatore a serpentina.
Le caldaie possono essere a basamento se poggiati sul pavimento o, murali se installate a parete.
A seconda della pressione esistente al focolare, possiamo avere caldaie in depressione e caldaie pressurizzate.
Nel primo caso, il focolare è ad una pressione inferiore a quella atmosferica per effetto del tiraggio che consente lo smaltimento dei fumi nel secondo invece, il bruciatore è dotato di un ventilatore che crea al focolare una sovrappressione, rispetto all’atmosfera, che spinge i fumi all’esterno.
Si hanno poi caldaie a flusso bilanciato.
Sono stagne rispetto all’ambiente in cui sono installate ed hanno due circuiti separati per l’immissione dell’aria necessaria al processo di combustione e per l’evacuazione dei fumi.
Abbiamo poi caldaie di tipo combinato in quanto preposte al riscaldamento degli ambienti ed alla produzione di acqua calda sanitaria.
Ultime nate sono le caldaie a condensazione che svolgono la funzione di recuperare il calore di condensazione del vapore acqueo contenuto nei fumi prima di scaricarli all’esterno, raffreddando gli stessi al di sotto del punto di rugiada.
CALORE
Proprietà intrinseca dei corpi dovuta allo stato di agitazione molecolare. Si misura in Joule [J] o in “megajoule” [ MJ] pari a 238,9 Kcal.
CALORE LATENTE
Calore che non comporta variazioni di temperatura. Serve ad una sostanza per cambiare il suo stato di aggregazione. Si parla infatti di calore latente di condensazione, calore latente di evaporazione, ecc.
CALORE SENSIBILE
Calore a cui è associato una variazione di temperatura.
CALORE SPECIFICO
Quantità di calore necessaria per aumentare di un °K la temperatura di 1 kg di sostanza. La definizione è immediata se si pensa all’equazione fondamentale della calorimetria:
Q = c m DT
nella quale si posto m=1 kg e DT=1 °K ne segue Q=c. Si misura in [kJ/kg °K]
CAMINO
Detto anche canna fumaria. È il condotto verticale per l’evacuazione dei prodotti di combustione da apparecchi termici e può essere, singolo oppure ramificato (per un edificio multipiano).
CAMPO D’INFIAMMABILITA’
Intervallo delimitato inferiormente e superiormente dal limite di accensione cioè, dal rapporto percentuale minimo e massimo tra combustibile e comburente, per poter attivare il processo di combustione.
CANALE DA FUMO
Condotto che collega l’apparecchio termico alla canna fumaria.
CANALE SECONDARIO
È il condotto verticale di una canna collettiva ramificata che ha la funzione di raccogliere i prodotti di combustione proveniente da un singolo apparecchio termico e di convogliarli nel collettore principale del camino collettivo.
CELSIUS
E’ la scala delle temperature relative; si indica solitamente con la t minuscola; ha lo zero in corrispondenza dello stato ghiaccio fondente (cioè ghiaccio in presenza della sua acqua) dell’acqua distillata alla pressione atmosferica e il valore 100 in corrispondenza dello stato di vaporizzazione alla stessa pressione; il grado Celsius è “grande” come il grado Kelvin.
CENERI
Sono tutti i combustibili, ad eccezione dei gas, contengono impurità (terre, metalli) che non bruciano e solitamente non passano nei fumi. Queste impurità si depositano perciò alla base del focolare e si accumulano sul fondo. Periodicamente devono essere portate via e, a seconda della loro composizione chimica, vengono utilizzate in agricoltura oppure nell’industria del cemento oppure per fare mattoni speciali (mattoni refrattari). Le ceneri sono anche usate direttamente in edilizia come isolante termico, grazie al fatto che fra i granelli di cenere rimane intrappolata una grande quantità di aria.
CENTRALE TERMICA
Insieme di macchine, apparecchiature e tubazioni preposte a generare calore per la produzione e distribuzione di acqua calda o aria calda.
CHILLER (refrigeratore).
Gruppo frigorifero. In pratica è una macchina che produce acqua refrigerata impiegando energia termica fornita da un bruciatore a gas.
CLASSIFICAZIONE (di apparecchio termico)
Secondo la norma UNI 7129-92 un apparecchio termico a gas, con portata termica non superiore a 35 kW, in funzione del sistema di evacuazione dei prodotti di combustione si può classificare come apparecchio
TIPO “A”: ha la camera di combustione aperta e non necessita di condotto di scarico dei prodotti di combustione all’esterno del locale in cui è installato.
TIPO “B”: ha la camera di combustione aperta e sono previsti per essere collegati a un condotto di scarico per l’evacuazione dei prodotti di combustione.
TIPO “C”: ha la camera di combustione chiusa (stagna) e quindi non è in comunicazione con l’ambiente in cui è installato. L’ossigeno necessario al processo di combustione e lo scarico dei fumi avvengono mediante una tubazione formata da due tubi concentrici dei quali uno preleva l’aria dall’esterno e l’altro provvede allo scarico.
CLIMATIZZAZIONE.
È la scienza che si occupa di realizzare e mantenere all’interno degli ambienti, le volute condizioni di benessere immettendo aria con caratteristiche termoigrometriche (umidità, temperatura, diffusione, velocità, ecc) tali da assicurare il comfort ambientale alle persone presenti.
COLPO D’ARIETE
È un fenomeno che si può verificare in una tubazione quando si chiude velocemente una valvola o un rubinetto installato sulla tubazione stessa. Lo stesso fenomeno può verificarsi anche in un impianto di sollevamento quando si ferma o si avvia una pompa, a valvole aperte. Succede che se il liquido ha una elevata energia cinetica , chiudendo bruscamente una valvola (per es. una di tipo a sfera) urtando il fluido contro l’ostacolo , la sua quantità di moto genera un’onda d’urto che percorre tutta la tubazione alla velocità del suono producendo un rumore simile ad una detonazione. Essendo la tubazione di materiale deformabile è chiaro che se non si ricorre all’installazione di appositi ammortizzatori del colpo d’ariete, la tubazione può rompersi.
COMPENSATORE DI DILATAZIONE
Si tratta di un dispositivo che deve essere installato lungo una tubazione percorsa da un fluido caldo per compensare le dilatazioni termiche e quindi gli allungamenti della tubazione stessa. I compensatori sono di due tipi: a lira e a soffietto. La lira è realizzata con la stessa tubazione con un tratto ad “U” mentre, i compensatori a soffietto sono dimensionati dalle case costruttrici.
COGENERATORE
Si tratta di un motore a combustione interna , funzionante a ciclo Otto o Diesel, alimentato a gas naturale ma anche a gasolio , gpl, ,biogas, accoppiato ad un generatore di energia elettrica. A motore avviato, il generatore produce energia elettrica mentre, l’acqua di raffreddamento e l’olio di lubrificazione del motore termico vengono utilizzati per produrre, mediante uno scambiatore, acqua calda sia per usi sanitari che per il riscaldamento degli ambienti.
COMBURENTE
È l’ossigeno contenuto nell’aria , elemento essenziale in un processo di combustione.
COMBUSTIBILE.
Sostanza solida, liquida o gassosa che in presenza del comburente, ha la proprietà di bruciare e quindi di attivare un processo di combustione.
COMBUSTIONE
Reazione chimica di ossidazione , che si realizza in presenza di un combustibile e del comburente una volta raggiunta la temperatura d’innesco o di ignizione, a cui è associata la produzione di calore e fumi.
CONDENSATORE
E’ uno degli elementi principali dell’impianto termoelettrico, per almeno tre motivi: a) il costo intrinseco; b) il risparmio che consente; c) il vantaggio termodinamico.
a) il costo intrinseco: la quantità di calore che si deve sottrarre al vapore è spesso enorme e quindi occorrono grandi quantità di acqua di raffreddamento con le relative pompe di circolazione;
b) il risparmio che consente: a tale costo corrisponde un risparmio altrettanto grande dovuto al recupero dell’acqua di alimento che ha caratteristiche chimiche e fisiche particolari;
c) il vantaggio termodinamico: il condensatore consente di abbassare notevolmente (come pressione e temperatura) la chiusura del ciclo termodinamico, rendendo migliore il rendimento dell’impianto.
CONDENSAZIONE ACIDA
nei fumi si trovano numerose anidridi (ossidi) di azoto e di zolfo insieme al vapore prodotto per effetto della combustione dell’idrogeno che si trova nella molecola del combustibile. Se il fumo scende ad una temperatura inferiore a 100 °C tale vapore condensa intorno ai tubi dell’economizzatore, formando acidi come il solforico e il nitrico, i quali corrodono il metallo (acciaio).
Di conseguenza il fumo deve uscire dal camino ad oltre 100 °C, portandosi via una buona parte del calore. D’altra parte, se il fumo non fosse abbastanza caldo, si muoverebbe molto lentamente aumentando i depositi di polvere intorno ai tubi, diminuendo la possibilità di scambio termico.
COP
È l’acronimo di Coefficient of Performance (coefficiente di prestazione) e serve per avere un’idea circa la convenienza o la resa energetica di una pompa di calore. In pratica non è altro che il rapporto fra il calore fornito dalla macchina e il lavoro speso. Ha un valore variabile tra 1,5 e 4. Dire che una pompa di calore ha un COP=3 significa che per 1kWh di energia elettrica speso si ottengono 3 kWh di calore.
DIAMETRO NOMINALE
Rappresenta in pratica il diametro in mm della sezione interna della tubazione. Viene indicato con DN . Corrispondenza pollici-DN: 3/4 – 20; 1-25; 1 ¼ -32; 1 ½ -40; 2-50; 2 ½ – 65; 3-80; 3 ½ -90; 4-100; 5-125; 6-150.
DIAMETRO IDRAULICO
Diametro del cerchio ottenuto come rapporto fra l’area e il perimetro della sezione considerata. L’unità di misura è il metro [m].
DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ DI UN IMPIANTO (L.46/90)
Dichiarazione rilasciata dall’impresa installatrice al committente al termine di lavori di installazione, trasformazione, ampliamento o manutenzione straordinaria di un impianto, attestante il rispetto della regola dell’arte.
Di tale dichiarazione, sottoscritta dal titolare dell’impresa installatrice e recante i numeri di partita IVA e di iscrizione alla camera di commercio, industria, artigianato ed agricoltura, fanno parte integrante la relazione contenente la tipologia dei materiali impiegati nonché, ove previsto, il progetto.
DISPOSITIVO DI CONTROLLO
Consente la lettura della temperatura e della pressione nel generatore di calore.
DISPOSITIVO DI PROTEZIONE
Previene l’entrata in funzione dei dispositivi di sicurezza ed intervengono solo al raggiungimento di un determinato valore del parametro controllato o in caso di guasto del loro sistema sensibile (azione positiva)
DISPOSITIVO DI SICUREZZA
Viene azionato dallo stesso fluido controllato senza necessità di energia esterna e garantiscono che né la temperatura né la pressione superino i valori limiti di progetto; sono ad azione positiva.
DISTACCO DI FIAMMA
Fenomeno che si ha con lo strappo della fiamma dal bruciatore e che avviene quando la velocità di efflusso è superiore alla velocità di combustione. Se invece si ha una velocità di efflusso inferiore alla velocità di combustione avviene il ritorno di fiamma.
DUREZZA
la durezza dell’acqua misura la quantità di ioni calcio Ca e magnesio Mg presenti e provenienti in modo essenziale da calcite CaCO3 e magnesite MgCO3. La durezza è anche facilmente riscontrabile: le acque dure infatti tendono a non far sciogliere sapone e detersivo (è quasi impossibile lavare i piatti con acqua di mare).
Il calcio e il magnesio producono incrostazioni durissime tanto più facilmente quanto maggiore è la temperatura ed è perciò che nelle acque di caldaia devono essere ad un livello minimo.
ECCESSO D’ARIA
Rapporto, espresso in percentuale, tra la differenza fra la quantità d’aria utilizzata per la combustione e la quantità d’aria stechiometrica, e la quantità di aria stechiometrica stessa. Per avere la combustione completa di un combustibile allo scopo di migliorare il rendimento di combustione, è necessario che il processo si sviluppi in presenza di un quantitativo di aria maggiore di quello teorico o stechiometrico. Indicando quindi con:
- Ae quantità d’aria effettiva;
- At quantità d’aria teorica;
- e eccesso d’aria.
si ottiene:
ECONOMIZZATORE
Questo nome è riservato al preriscaldatore dell’acqua. E’ costituito da un tubo avvolto a serpentina, immerso nel fumo, percorso dall’acqua proveniente dalla pompa di estrazione, cioè dal condensatore, oppure dall’acqua proveniente dai trattamenti.
ESERCIZIO E MANUTENZIONE DI UN IMPIANTO TERMICO
Complesso di operazioni che comporta l’assunzione di responsabilità finalizzata alla gestione degli impianti includente: conduzione, manutenzione ordinaria e straordinaria e controllo, nel rispetto delle norme in materia di sicurezza, di contenimento dei consumi energetici e di salvaguardia ambientale.
ESPLOSIONE
Reazione chimica che avviene ad elevatissima velocità. Si ha una deflagrazione se l’incremento di pressione conseguente all’esplosione è 5-10 volte quella ambiente con una velocità dell’onda d’urto inferiore alla velocità del suono. Si parla invece di detonazione se l’incremento di pressione è maggiore di 20 volte quella ambiente e la velocità di propagazione è supersonica.
FABBISOGNO ENERGETICO CONVENZIONALE PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE
Quantità di energia primaria globalmente richiesta, nel corso di un anno, per mantenere negli ambienti riscaldati la temperatura al valore costante di 20 °C con un adeguato ricambio d’aria durante una stagione di riscaldamento.
Si misura in kJ.
FABBISOGNO ENERGETICO NORMALIZZATO PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE
Fabbisogno energetico convenzionale, diviso per il volume riscaldato e i gradi giorno della località. Si esprime in kJ/m3 GG.
FAN-COIL
Detto anche ventilconvettore. È in pratica un’unità terminale di un impianto di climatizzazione estiva/invernale alimentata quindi con acqua calda o fredda, utilizzato per la circolazione, filtrazione e raffreddamento o riscaldamento dell’aria da immettere in ambiente. L’unità è formata da un filtro dell’aria, da un elettroventilatore a tre velocità, uno scambiatore di calore, una vaschetta per la raccolta condensa.
FIAMMA SPIA
È la fiamma permanentemente accesa, disposta presso il bruciatore per garantire l’accensione quando viene immesso il gas.
FILTRO
Dispositivo presente in molti tipi di impianto a cui è affidato il compito di trattenere le impurità presenti nel fluido circolante nei condotti. (filtri dell’aria, filtri del gas, ecc.)
FLUSSO BILANCIATO
Sistema di prelievo dell’aria necessaria al processo di combustione e di scarico dei fumi, presente negli apparecchi stagni rispetto all’ambiente in cui sono installati. Il prelievo dell’aria e lo smaltimento dei fumi avviene tramite due tubi coassiali : attraverso il tubo interno, entra l’aria mentre, tramite quello esterno vengono espulsi i prodotti di combustione.
FOCOLARE
E’ il luogo dove avviene la combustione primaria. Se si usa carbone in pezzi esso è rappresentato da una griglia, solitamente di ghisa, sulla quale si appoggia il combustibile in pezzatura più o meno grande; da sotto la griglia entra l’aria e sopra si crea la fiamma. Se si usa combustibile liquido o gassoso il focolare è la zona centrale del locale caldaia, nella quale il combustibile viene “sparato” insieme all’aria. L’accensione in questo caso è assicurata da uno stoppino manovrato dall’esterno; la combustione prosegue poi per conto proprio.
FRIGORIA
Unità di misura che non rientra nel SI; riguarda il calore sottratto. In pratica è pari alla Kcal.
FUMI TEORICI
Sono i prodotti che si hanno dalla combustione di 1 m3 o di 1 kg di combustibile a seconda che si tratti di gas o combustibile liquido o solido rispettivamente. Si hanno fumi teorici secchi quando sono composti da anidride carbonica e azoto mentre, si parla di fumi teorici umidi quando essi comprendono anche il vapore d’acqua. Esaminando la reazione chimica di combustione del gas metano:
CH4+2O2 => CO2+2H2O+calore
possiamo dire che bruciando 1 m3 di gas si ottengono circa 2 m3 di vapore d’acqua. Tale produzione di acqua assorbe circa 900 Kcal che altro non è che la differenza tra il potere calorifico superiore e quello inferiore del gas, pari a circa il 10% del suo contenuto termico.
GAS NATURALE
Gas estratto da pozzi e distribuito così come estratto a parte trattamenti di disidratazione, desolforazione, ecc. In pratica il gas naturale è una miscela di gas nella quale, il metano è il componente principale ( dal 90 al 99%) e quindi, anche se non del tutto corretto, il gas naturale viene chiamato nel linguaggio corrente , metano. Altri gas presenti sono butano, etano, propano, azoto, elio, ecc.
GENERATORE DI CALORE
Vedi Caldaia.
GENERATORE D’ARIA CALDA
Viene impiegato per il riscaldamento di ambienti industriali e di lavoro, e possono essere da pavimento oppure pensili. In relazione al modo di funzionare , un generatore d’aria calda può essere a scambio diretto o a scambio indiretto. Nel primo caso il generatore è installato nell’ambiente da riscaldare e posto in prossimità di una parete perimetrale esterna per prelevare l’aria da sottoporre a riscaldamento. Nel secondo caso, il generatore è ubicato in apposito locale e comunica con l’ambiente da riscaldare solo attraverso i canali di aria calda.
GPL (gas di petrolio liquefatti)
I gpl sono in pratica costituiti da una miscela di propano e butano di composizione variabile : dal 100% di propano , condizione ottimale, sino ad una miscela di 20% di propano e 80% di butano. Vengono usati in serbatoi cilindrici orizzontali della capacità massima di 5 m3 oppure in bidoni (bombole) da 10-20 kg. Sono anche commercializzati in serbatoi cilindrici orizzontali o verticali interrati.
GRADI GIORNO DI UNA LOCALITÀ
Somma, estesa a tutti i giorni di un periodo annuale convenzionale di riscaldamento, delle sole differenze positive giornaliere tra la temperatura ambiente, convenzionalmente fissata a 20 °C, e la temperatura media esterna giornaliera; l’unità di misura utilizzata è il grado giorno (GG).
IDRAULICA
È la scienza che studia il comportamento dei liquidi in genere e di tutte le problematiche tecniche relative.
IDRODINAMICA
Parte dell’idraulica che ha per oggetto lo studio del moto dei liquidi
IDROSTATICA
Parte dell’idraulica che studia il comportamento dei liquidi nelle condizioni di quiete o di equilibrio.
IMPIANTO INTERNO
Complesso di tubi ed accessori che si trovano a valle del misuratore del gas. Tale complesso comprende:
- tubazione che convoglia il gas dal misuratore agli apparecchi termici;
- dispositivi di intercettazione, di regolazione, di sicurezza sia della tubazione che degli apparecchi utilizzatori;
- dispositivi per la ventilazione dei locali;
- dispositivi per l’evacuazione dei prodotti di combustione.
IMPIANTO TERMICO (definizione del D.P.R. 412/93)
Impianto tecnologico destinato alla climatizzazione degli ambienti con o senza produzione di acqua calda per usi igienici e sanitari o alla sola produzione centralizzata di acqua calda per gli stessi usi, comprendente i sistemi di produzione, distribuzione e utilizzazione del calore nonché gli organi di regolazione e di controllo; sono quindi compresi negli impianti termici gli impianti individuali di riscaldamento, mentre non sono considerati impianti termici apparecchi quali: stufe, caminetti, radiatori individuali, scaldacqua unifamiliari.
IMPIANTO TERMICO DI NUOVA INSTALLAZIONE
(definizione del D.P.R. 412/93)
Impianto termico installato in un edificio di nuova costruzione o in un edificio o porzione di edificio antecedentemente privo di impianto termico.
IRRADIANZA MEDIA SOLARE
Potenza solare media sul piano orizzontale, nel periodo costituito da tutti i mesi dell’anno interamente compresi nel periodo di riscaldamento; si esprime in W/m2.
INTERRUTTORE DI TIRAGGIO
Viene anche detto rompitiraggio antivento; è un dispositivo a corredo di un apparecchio termico installato in prossimità del collegamento dell’apparecchio con il condotto di scarico dei prodotti di combustione. La sua funzione è quella di mettere in comunicazione tale collegamento con l’ambiente in modo da rendere indipendente la combustione dalle condizioni di tiraggio del camino. Se il tiraggio fosse eccessivo si avrebbe una combustione incompleta; questo dispositivo evita tale inconveniente anche nel caso di tiraggio forzato.
KELVIN
E’ la scala delle temperature assolute; si indica solitamente con la T maiuscola; è l’unica da utilizzare nei problemi di termodinamica; ha lo zero in corrispondenza dello stato “atomi fermi” (zero assoluto) che vale circa – 273 °C; il grado Kelvin è “grande” come il grado Celsius.
LIBRETTO DI CENTRALE
Documento a corredo di ogni impianto termico avente portata termica nominale superiore o uguale a 35 kW, sul quale sono riportati, a cura del responsabile dell’impianto, i dati relativi all’impianto ed ai suoi componenti, al suo esercizio ed alla sua manutenzione.
LIBRETTO DI IMPIANTO
Documento a corredo di ogni impianto termico avente portata termica nominale inferiore a 35 kW, sul quale sono riportati, a cura del responsabile dell’impianto, i dati relativi all’impianto ed ai suoi componenti, al suo esercizio ed alla sua manutenzione.
LIMITE DI ACCENSIONE
Vedi campo d’infiammabilità
MANUTENZIONE ORDINARIA (definizione del D.P.R. 412/93)
Operazioni specificamente previste nei libretti d’uso e manutenzione degli apparecchi e componenti che possono essere effettuate in luogo con strumenti ed attrezzature di corredo agli apparecchi e componenti stessi e che comportino l’impiego di attrezzature e di materiali di consumo d’uso corrente.
MANUTENZIONE ORDINARIA DI UN IMPIANTO
(definizione del D.P.R. 447/91)
Interventi finalizzati a contenere il degrado normale d’uso nonché a far fronte ad eventi accidentali che comportino la necessità di primi interventi, che comunque non modifichino la struttura essenziale dell’impianto o la sua destinazione d’uso.
MANUTENZIONE STRAORDINARIA DELL’IMPIANTO
(definizione del D.P.R. 412/93)
Interventi atti a ricondurre il funzionamento dell’impianto a quello previsto dal progetto e/o dalla normativa vigente mediante il ricorso, in tutto o in parte, a mezzi, attrezzature, strumentazioni, riparazioni, ricambi di parti, ripristini, revisione o sostituzione di apparecchi o componenti dell’impianto termico.
MASSA VOLUMICA
È il rapporto fra la massa di una sostanza e il suo volume. Si misura in [kg/m3]
METANO
Idrocarburo gassoso, inodore e non tossico. La sua molecola è costituita da 1 atomo di carbonio e da 4 atomi di idrogeno: CH4. Sinonimo di gas naturale in quanto è il componente principale.
MITRIA
Elemento terminale, posto sulla sommità del camino (o canna fumaria), avente funzione di aspiratore statico. Il termine è spesso usato come sinonimo di comignolo.
NORMAL METRO CUBO (Nm3)
Volume di 1m3 di gas che si trova in condizioni di temperatura e pressione, definite normali:
0°C e 1.013 mbar
NPSH DI UNA POMPA
La sigla “NPSH” significa, in lingua inglese, “carico netto sull’aspirazione” (net positive suction head) e rappresenta la pressione minima che deve sussistere, all’ingresso della pompa, al fine di scongiurare l’instaurarsi di fenomeni di cavitazione; tali eventi, con la formazione di bolle («cave», da cui il termine «cavitazione») di vapore possono causare un’eccessiva rumorosità fino ad arrivare al danneggiamento degli organi idrodinamici.
NUMERO DI GIRI CARATTERISTICO DI UNA POMPA
Velocità di rotazione di una pompa di riferimento che sia simile geometricamente e fluodinamicamente a quella presa in esame, avente misure geometriche ed idrauliche tali che, in corrispondenza di una prevalenza manometrica pari ad un metro, ruotando ad un numero di giri equivalente alla condizione di massimo rendimento, essa eroga una portata pari a 102 litri d’acqua al secondo, fornendo conseguentemente una potenza utile pari ad 1 kW.
Si misura in giri al minuto.
OSSIDO DI CARBONIO
Viene anche detto monossido di carbonio. Si tratta di un gas letale per le persone che si sviluppa durante un processo di combustione in difetto di ossigeno. La molecola del gas è costituita da un atomo di carbonio e da uno di ossigeno: CO.
PERDITE DI CARICO ACCIDENTALI
Dissipazioni di energia determinate da eventuali “accidentalità” che il fluido incontra nel proprio moto: in particolare, derivano da variazioni di sezione e di direzione del condotto, oltre che dalla presenza di apparecchiature quali, ad esempio, valvole di intercettazione, che determinano ulteriori dissipazioni energetiche.
In presenza di variazioni di sezione e/o di direzione della tubazione, i filetti fluidi tendono ad assumere traiettorie anomale, con formazione di vortici: da qui il manifestarsi di perdite di carico localizzate.
In altri termini, le perdite di carico accidentali , o localizzate, o concentrate, si presentano ogni volta che si ha un cambiamento del vettore velocità in direzione. Dipendono come è noto dal quadrato della velocità secondo la seguente espressione
L’unità di misura è il J/kg.
PERDITE DI CARICO CONTINUE (O DISTRIBUITE)
Dissipazioni di energia derivanti unicamente dall’attrito che si manifesta tra un fluido reale (dotato di una certa viscosità) in moto e le pareti interne della tubazione in cui scorre (dotate di una determinata rugosità).Tali perdite quindi dipendono dall’attrito esterno (contatto fluido-parete interna del condotto) e dall’attrito interno del liquido dovuto alla viscosità. Anche tali perdite dipendono dal quadrato della velocità secondo la seguente:
Si misurano in J/kg.
PERDITA DI CARICO DI UNA VALVOLA DI REGOLAZIONE
Differenza di pressione che si ha tra monte e valle della valvola, in corrispondenza della portata massima. Si esprime in pascal [Pa].
PERMEABILITÀ AL VAPORE
Massa di vapore che attraversa uno strato di spessore pari a 1 m del materiale considerato, nell’unità di tempo, per ogni pascal di differenza di pressione parziale del vapore esistente tra i due ambienti, separati dallo strato in questione.
Si esprime in kg/s m Pa.
PERMEANZA AL VAPORE
Rapporto tra la permeabilità al vapore e lo spessore dello strato considerato.
L’unità di misura è il kg/s m2 Pa.
PESO SPECIFICO
Rapporto fra il peso ed il volume di un corpo; equivale al prodotto tra la massa volumica assoluta e l’accelerazione di gravità (pari a 9,81 m/s2).
Si esprime in N/m3 [nella pratica è molto utilizzato il kgf/m3 (chilogrammi forza al metro cubo)]. Non viene comunque considerato nel SI però si continua ad usarlo nella pratica.
POMPA CENTRIFUGA
Macchina idraulica operatrice in cui il liquido elaborato si muove nel suo interno in direzione radiale, dall’interno verso l’esterno, per effetto centrifugo. Può essere del tipo ad azione se la girante ha le pale rivolte in avanti (nel senso del moto). Viceversa, se le pale della girante sono rivolte all’indietro (nel senso del moto), la pompa si dice che è a reazione.
POMPA DI CIRCOLAZIONE
È una macchina idraulica operatrice che ha quindi la funzione di trasmettere, tramite il suo organo mobile, una quota parte dell’energia che essa riceve da un motore primo, nella misura pari alla prevalenza, al liquido che l’attraversa cosicché quest’ultimo, nel lasciare la macchina avrà un contenuto energetico maggiore di quello che aveva all’ingresso.
POMPA VOLUMETRICA
Macchina idraulica operatrice che opera su volumi successivi di fluido. Durante il funzionamento, gli organi operativi interni costituiscono (con il movimento) delle celle, dette “camere di lavoro”, che tendono a dilatarsi in fase di aspirazione ed a ridursi in fase di compressione; in questo modo, l’effetto complessivo consiste nel trasferimento di una certa quantità di liquido dalla tubazione a monte (tubo aspirante) alla tubazione a valle (tubo premente), mediante una erogazione “a pacchetti” ovvero per invio di volumi elementari, alla mandata, con successione cadenzata e non uniforme.
PONTI TERMICI
Zone di concentrazione del flusso termico che si manifestano in prossimità di giunti e di elementi strutturali caratterizzati da discontinuità; essi possono inoltre essere costituiti da elementi di elevata conduttività, inseriti in una parete, od elemento di parete, di minore conduttività. Le conseguenze che si possono avere nel momento in cui si instaura un ponte termico sono diverse: nel dettaglio, si assiste ad un abbassamento della temperatura nelle zone più vicine al giunto, con il conseguente rischio di incorrere in problemi di formazione di condensa (muffe); inoltre, si verificherà una riduzione della resistenza termica della struttura.
PORTATA DI UNA CORRENTE FLUIDA
Quantità di fluido che attraversa una sezione retta del condotto nell’unità di tempo. Se ci riferiamo alla quantità in volume si parla di portata volumetrica (m3/s); riferendoci alla quantità in massa parliamo di portata massica (kg/s) se invece ci riferiamo alla quantità in peso si ha la portata ponderale (N/s).
- portata volumetrica Q = A v;
- portata massica Qm = r A v= Rq;
- portata ponderale QP = rgAv=rgQ.
PORTATA TERMICA
Prodotto del potere calorifico inferiore del combustibile impiegato e della portata di combustibile bruciato, riferiti alle stesse condizioni. Il termine è sinonimo di “potenza termica del focolare”.
Si esprime in kW o in kcal/h.
PORTATA TERMICA NOMINALE
Valore della portata termica indicato dal costruttore dell’apparecchio. Il termine è sinonimo di “potenza termica nominale del focolare”.
Si esprime in kW o in kcal/h.
POTENZA TERMICA
Rapporto tra un’energia termica (ad esempio, prodotta da un generatore di calore o assorbita da un impianto di riscaldamento) ed il tempo (durante il quale viene prodotta o assorbita). Nel caso di un generatore di calore, rappresenta la quantità di calore trasferita nell’unità di tempo al fluido termovettore, corrispondente alla portata termica diminuita della potenza termica scambiata dall’involucro del generatore con l’ambiente e della potenza termica persa al camino.
Si misura in kW o in kcal/h.
POTENZA TERMICA CONVENZIONALE
Differenza tra la portata termica del generatore di calore e la potenza termica persa al camino. Si misura in kW o in kcal/h.
POTENZA TERMICA NOMINALE
Potenza continua dell’apparecchio, indicata dal costruttore.
Si misura in kW o in kcal/h.
POTERE CALORIFICO DI UN GAS
Quantità di calore che si rende disponibile per effetto della combustione completa, a pressione costante, dell’unità di volume di un gas combustibile, quando i prodotti della combustione siano riportati alla temperatura iniziale del combustibile e del comburente.
Viene espresso in MJ/Nm3 (megajoule al normal metro cubo) o in kcal/Nm3 (chilocalorie al normal metro cubo).
POTERE CALORIFICO INFERIORE DI UN GAS
Potere calorifico di un gas, escluso il calore di condensazione del vapor d’acqua formatosi durante la combustione. Viene espresso in MJ/Nm3 (megajoule al normal metro cubo) o in kcal/Nm3 (chilocalorie al normal metro cubo).
POTERE CALORIFICO SUPERIORE DI UN GAS
Potere calorifico di un gas, compreso il calore di condensazione del vapor d’acqua formatosi durante la combustione. Viene espresso in MJ/Nm3 (megajoule al normal metro cubo) o in kcal/Nm3 (chilocalorie al normal metro cubo).
PRERISCALDAMENTO
Si esegue sia sull’acqua che sull’aria. In entrambi i casi si sottrae calore al fumo prima che esso entri nel camino. Il vantaggio è doppio: il fumo perde calore che altrimenti sarebbe disperso nell’atmosfera e l’acqua o l’aria entrano in caldaia a temperatura superiore, limitando la spesa di calore per produrre il vapore oppure per mantenere la combustione.
PRESSIONE
Rapporto tra la forza che agisce normalmente ad una superficie e l’area della superficie medesima. Si misura in pascal [Pa].
PRESSIONE EFFETTIVA NEL CAMINO (O CANNA FUMARIA)
Differenza di pressione, alla medesima quota, tra esterno ed interno del camino (o canna fumaria). È determinata dalla pressione statica alla stessa quota, diminuita della variazione di pressione per resistenze al moto nel camino. Il termine è sinonimo di “tiraggio effettivo”. Si misura in pascal [Pa]
PRESSIONE IDROSTATICA
Pressione sviluppata da una certa massa di fluido liquido in quiete. Si misura in pascal [Pa].
Possiamo affermare che la pressione idrostatica è direttamente proporzionale ai seguenti parametri:
- massa volumica del fluido in oggetto;
- distanza della superficie considerata dal pelo libero (profondità).
Considerando pertanto una superficie piana orizzontale situata ad una certa profondità all’interno di un recipiente, su tutti i punti della stessa agirà la stessa pressione idrostatica; parimenti, su tutti i punti situati al livello del pelo libero del liquido, la pressione idrostatica è nulla.
PRESSIONE NOMINALE
Viene indicata con PN. È un’indicazione convenzionale della pressione effettiva in base alla quale vengono calcolati, alla temperatura di 20 °C, gli elementi delle tubazioni prendendo come riferimento le caratteristiche del materiale indicato nelle relative unificazioni dimensionali. Es.PN16 indica la pressione nominale di 16 bar. La serie delle pressioni nominali è: 1-2,5-4-6-10-16-25-40-64-100-160-250-320-400-640-1.600-2.400
PRESSIONE STATICA
Differenza di pressione che si genera, in condizioni statiche, a causa della differenza di massa volumica tra due colonne, rispettivamente di aria esterna e di fumi, aventi la stessa altezza. Il termine è sinonimo di “tiraggio statico”.
L’unità di misura è il pascal [Pa].
PREVALENZA DI UNA POMPA DI CIRCOLAZIONE
Lavoro utile ceduto dalla pompa all’unità massica di fluido convogliato. In altri termini è l’incremento di energia che il fluido movimentato dalla macchina riceve da quest’ultima quando passa all’interno di essa.
Si esprime in J/kg.
PREVALENZA MANOMETRICA DI UNA POMPA DI CIRCOLAZIONE
Differenza di pressione tra uscita ed ingresso della pompa.
Viene misurata in kPa (chilopascal, ovvero migliaia di pascal); è molto usata un’unità di misura del Sistema Tecnico, ovvero il metro di colonna d’acqua (m H2O).
RADIATORE
Corpo scaldante (ad elementi, a piastra, a tubi o a lamelle) che cede calore per convezione naturale ed irraggiamento.
REGIME DI CORRENTE LAMINARE (O DI POISEUILLE)
Regime di corrente per cui i diversi filetti fluidi conservano una traiettoria parallela all’asse della tubazione.
REGIME DI CORRENTE PERMANENTE
In idrodinamica si afferma che il moto di un liquido è a regime permanente quando la portata, in una sezione generica, è costante nel tempo.
REGIME DI CORRENTE TURBOLENTO (O IDRAULICO)
Regime di corrente per cui le traiettorie dei vari filetti fluidi si intersecano tra loro, causando la formazione di moti vorticosi.
REGOLATORI AD AZIONE DERIVATIVA
Regolatori per i quali gli spostamenti dell’organo di regolazione sono proporzionali alla velocità di variazione della variabile controllata: in sostanza, il valore dell’azione considerata è proporzionale alla derivata dello scostamento tra valore effettivo della grandezza controllata e valore di taratura, rispetto al tempo.
REGOLATORI AD AZIONE DISCONTINUA (ON/OFF)
Regolatori per i quali esiste una corrispondenza biunivoca fra variazione della grandezza controllata e posizione dell’organo finale, nel senso che per ogni valore della grandezza controllata esso si troverà in una delle sue due posizioni estreme (ad esempio, valvola tutta aperta o tutta chiusa, pompa accesa o spenta).
REGOLATORI AD AZIONE INTEGRALE
Regolatori per i quali si instaura una corrispondenza fra scostamenti della grandezza controllata e velocità di movimento dell’organo regolante.
REGOLATORI AD AZIONE PROPORZIONALE
Regolatori per i quali esiste una corrispondenza fra scarti della grandezza controllata e posizione dell’organo di regolazione, di tipo proporzionale: pertanto, maggiore sarà lo scostamento, maggiore sarà l’azione correttiva.
REINTEGRO
Sarebbe utile ed economico se tutta l’acqua che ha lavorato nella turbina potesse essere reimpiegata, cioè che davvero il circuito caldaia – turbina – condensatore fosse chiuso. In questo modo infatti non ci sarebbe gran bisogno di purificare spesso l’acqua. Invece una parte del vapore viene continuamente persa per svariati motivi (nei degasatori, nel bruciatore, per riscaldare il combustibile, per trafilamento nei giunti, per gli spurghi; ecc.) e quindi occorre reintegrare il volume di liquido prelevandolo dal serbatoio esterno (lago, fiume, mare), dopo averlo debitamente trattato.
RENDIMENTO
Rapporto tra quanto si ottiene e quanto si spende in tutti quei processi in cui si elabora dell’energia di qualunque natura. Tale rapporto in pratica , mette in risalto la “bontà” di una qualunque macchina nell’elaborare energia . Si esprime in percentuale.
È bene ricordare che il rendimento è sempre inferiore all’unità dal momento che dal nulla non si crea niente. In una qualunque macchina preposta ad elaborare energia si verificano sempre delle perdite la cui presenza impedisce la totale trasformazione dell’energia da una forma ad un’altra. Questo comporta che una quota parte dell’energia in ingresso viene perduta per cui all’uscità , in termini di energia utile , ci ritroviamo una quantità inferiore rispetto a quella introdotta nella macchina.
RENDIMENTO DI COMBUSTIONE
Rapporto tra la differenza fra la portata termica e le perdite al camino (con bruciatore funzionante), e la portata termica dell’apparecchio.
Viene espresso in percentuale.
RENDIMENTO DI DISTRIBUZIONE
Rapporto tra il fabbisogno energetico utile reale delle zone e l’energia termica fornita dal sistema di produzione. Viene espresso in percentuale.
RENDIMENTO DI EMISSIONE
Rapporto tra il fabbisogno energetico utile di riscaldamento degli ambienti con un sistema di emissione di riferimento in grado di fornire una temperatura perfettamente uniforme ed uguale nei vari ambienti ed il sistema di emissione reale nelle stesse condizioni di temperatura interna di riferimento e di temperatura esterna. Viene espresso in percentuale.
RENDIMENTO DI PRODUZIONE
Rapporto tra l’energia termica fornita dal sistema di produzione ed il fabbisogno di energia primaria. Viene espresso in percentuale.
RENDIMENTO DI PRODUZIONE MEDIO STAGIONALE
Rapporto tra l’energia termica fornita dal sistema di produzione nella stagione di riscaldamento ed il fabbisogno di energia primaria nella stagione.
Viene espresso in percentuale.
RENDIMENTO DI REGOLAZIONE
Rapporto tra il fabbisogno energetico utile di riscaldamento degli ambienti con una regolazione teorica perfetta e quello richiesto per il riscaldamento degli stessi ambienti con l’impianto di regolazione reale.
Viene espresso in percentuale.
RENDIMENTO GLOBALE MEDIO STAGIONALE
Rapporto tra il fabbisogno energetico utile stagionale in regime non continuo per l’intero edificio e l’energia primaria richiesta nella stagione di riscaldamento.
Viene espresso in percentuale.
RENDIMENTO TERMICO UTILE
Rapporto tra la potenza termica utile e la portata termica dell’apparecchio.
Viene espresso in percentuale.
RESISTENZA ALLA DIFFUSIONE DEL VAPORE
Inverso della permeanza al vapore.
Si esprime in m2 s Pa/kg.
RESISTENZA TERMICA UNITARIA DI UNA PARETE
Inverso della trasmittanza unitaria della parete; è pari alla somma delle varie resistenze interne della parete e delle resistenze esterne di ammissione e di emissione.
Si misura in m2 °C/W.
RISTRUTTURAZIONE DI UN IMPIANTO TERMICO
(definizione del D.P.R. 412/93)
Interventi rivolti a trasformare l’impianto termico mediante un insieme sistematico di opere che comportino la modifica sostanziale sia dei sistemi di produzione che di distribuzione del calore; rientrano in questa categoria anche la trasformazione di un impianto termico centralizzato in impianti termici individuali nonché la risistemazione impiantistica nelle singole unità immobiliari o parti di edificio in caso di installazione di un impianto termico individuale previo distacco dall’impianto termico centralizzato.
RISURRISCALDATORE
Come il surriscaladatore si trova immerso nella corrente dei fumi ed è costituito di un tubo avvolto a serpentina. Riceve il vapore dalla turbina di alta pressione e lo manda a quella di media pressione, dopo averne elevato la temperatura.
SEZIONI IDRAULICAMENTE EQUIVALENTI
Sezioni che hanno lo stesso diametro idraulico.
SCAMBIATORE DI CALORE
Apparecchio che permette lo scambio di calore fra due fluidi in movimento.
SOSTITUZIONE DI UN GENERATORE DI CALORE
(definizione del D.P.R. 412/93)
Rimozione di un vecchio generatore ed installazione di un altro nuovo destinato ad erogare energia termica alle medesime utenze.
SPILLAMENTO
Il vapore può essere prelevato da un punto qualunque del suo circuito per svariati motivi: a) essere inviato nel deposito del combustibile (vedi) per riscaldarlo e mantenerlo fluido; b) essere adoperato per servizi di pulizia; c) essere adoperato in macchine ausiliarie (motori per pompe, argani, verricelli, ecc.); d) essere riportato in caldaia in fase di accelerazione della macchina utilizzatrice principale; e) essere utilizzato nei degasatori; f) per diminuire il volume del vapore circolante quando la pressione diminuisce; ecc. Ciascuno dei prelievi prende il nome di spillamento.
SPINTA IDROSTATICA
Prodotto della pressione idrostatica media per l’area della superficie su cui essa agisce.
Si esprime in newton [N].
SPURGO
L’acqua e il vapore, nonostante tutto, creano e trascinano particelle solide e sostanze chimiche di varia natura, che sono dannose all’impianto. Queste impurità tendono a concentrarsi nel c.c.s. dove il vapore viene filtrato e “asciugato” in modo specifico. Ne segue che periodicamente una parte dell’acqua accumulata nel c.c.s. deve essere estratta dal suo fondo. Insieme all’acqua esce anche la melma contenente la parte solida. Un identico problema si verifica nel c.c.i. Queste operazioni prendono il nome di spurgo.
STANDARD METROCUBO (Stm3)
Volume di 1 m3 di gas che si trova in condizioni di temperatura e pressione definite standard : 15°C e 1.013 mbar. Nella pratica si fa riferimento al metro cubo standard che corrisponde alle reali condizioni di utilizzo del gas e viene utilizzato per la contabilizzazione e la fatturazione dello stesso.
SURRISCALDATORE
E’ un tubo avvolto a serpentina immerso nel fumo, alla temperatura massima dell’impianto, nel quale scorre il vapore proveniente dal duomo. Il vapore possiede quindi la massima energia sia sotto forma di pressione che di temperatura. E’ essenziale che nel surriscaldatore non arrivino gocce d’acqua; infatti, esse vaporizzerebbero istantaneamente, in forma quasi esplosiva, danneggiando i tubi.
TEMPERATURA
Grandezza fisica che misura il livello termico di un corpo, da non confondere con il calore che è una forma di energia. Si può esprimere in gradi centigradi o Celsius [°C], in gradi Reamur [°Re], in gradi Fahrenheit [°F], in gradi Rankine [°Rk], in gradi kelvin [K]. Si deve comunque usare l’unità di misura del SI e pertanto la temperatura si misura secondo la scala assoluta o termodinamica cioè in gradi kelvin.
È noto che le prime esperienze relative al manifestarsi di fenomeni termici risalgono alla preistoria: il concetto di calore era correlato alle sensazioni di caldo e freddo prodotte, ad esempio, dalle condizioni meteorologiche o dalla cottura del cibo.
In ogni caso, la ricerca scientifica in merito ai fenomeni termici iniziò solamente dopo il 1600: in precedenza vennero sviluppate teorie di carattere filosofico, che di scientifico avevano ben poco.
Prima di introdurre il concetto di temperatura, è opportuno osservare come ogni percezione fisiologica di caldo e freddo sia soggettiva e, di conseguenza, relativa: l’esempio classico per giustificare tale affermazione è quello delle due mani, una delle quali viene immersa in acqua calda, mentre l’altra in acqua fredda.
A questo punto, ponendo le stesse in acqua tiepida, ci si accorgerà che la mano immersa precedentemente in acqua fredda avvertirà una sensazione di caldo, mentre quella immersa in precedenza nell’acqua calda avvertirà una sensazione di freddo. La sensazione nei due casi è quindi opposta, anche se la sorgente di calore è la stessa.
Si sentì pertanto la necessità di quantificare tali sensazioni mediante opportuni mezzi, con lo scopo di poter definire lo stato termico di un corpo attraverso un numero: ecco che la temperatura può quindi essere definita come un indice numerico atto a quantificare uno stato termico.
Diversi sono gli strumenti attraverso i quali si può misurare tale parametro; essi sfruttano le variazioni di alcuni parametri fisici connessi alla temperatura medesima: ad esempio, esistono termometri a dilatazione che sfruttano la dilatazione di solidi o liquidi, termometri a variazione di resistenza che sfruttano il principio per cui la resistività dei conduttori metallici aumenta con la temperatura secondo una legge caratteristica di ogni metallo, ed altri ancora.
Sperimentalmente si è poi notato che, ponendo a contatto tra loro due corpi aventi differente temperatura, in assenza di cambiamenti di stato, ad un certo punto gli stessi arrivano a raggiungere una condizione di equilibrio.
Tale osservazione è stata meglio formulata attraverso il «principio zero» della termodinamica: se due corpi sono in equilibrio termico con un terzo, essi sono in equilibrio termico tra loro.
TEMPERATURA DI RUGIADA
Temperatura alla quale il vapore acqueo, contenuto nei prodotti della combustione o nell’aria ambiente, inizia a condensare.
Si misura in °C.
TEMPERATURA OPERANTE
Temperatura definita come media tra la temperatura dell’aria interna e la temperatura media radiante rispetto all’occupante, in luogo della quale si assume la temperatura media ponderale di tutte le superfici della zona.
Si misura in °C.
TERMOCONVETTORE
Corpo scaldante che cede calore all’ambiente soprattutto per convezione. Sono realizzati con batterie alettate e con dispositivi di “tiraggio” naturale atti ad aumentare la resa termica della batteria stessa.
TERMOSTRISCIA
Corpo scaldante che cede calore per convezione naturale e per irraggiamento. È costituita da una griglia di tubi sulla quale vengono fissate delle piastre metalliche.
TERZO RESPONSABILE DELL’ESERCIZIO E DELLA MANUTENZIONE DI UN IMPIANTO TERMICO (definizione del D.P.R. 412/93)
Persona, fisica o giuridica, che, essendo in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente e di idonea capacità tecnica, economica ed organizzativa, è delegata dal proprietario ad assumere la responsabilità dell’esercizio, della manutenzione e dell’adozione delle misure necessarie al contenimento dei consumi energetici.
TIRAGGIO ARTIFICIALE (DI UN CAMINO)
Tiraggio che si determina in un camino (o canna fumaria) per effetto della combinazione tra un ausilio meccanico (generalmente un ventilatore), avente funzione di motore fluidodinamico, e la differenza di massa volumica esistente tra i fumi (caldi) e l’aria atmosferica circostante.
TIRAGGIO NATURALE (DI UNA CALDAIA)
Tiraggio che si determina in una caldaia per mezzo della differenza di massa volumica esistente tra i fumi (caldi) e l’aria atmosferica circostante.
TIRAGGIO FORZATO (DI UNA CALDAIA)
Tiraggio che si determina in una caldaia per mezzo di un ventilatore, facente parte integrante dell’apparecchio stesso, posto a valle oppure a monte della camera di combustione.
TITOLO (DEL VAPORE)
Si chiama titolo del vapore (di solito espresso in percentuale e indicato con x) il rapporto fra il peso (o il volume) di vapore già sviluppato e il peso (o il volume) di acqua iniziale. Dire x = 30% significa dire che il 30% di acqua si è già trasformata in vapore, se siamo nei tubi bollitori, oppure che c’è ancora il 30% di vapore se siamo nel condensatore.
Nel diagramma “curva a campana” il titolo si può ricavare graficamente come rapporto fra il segmento compreso fra la curva limite inferiore e il punto in esame e il segmento compreso fra le due curve limite.
TRASDUTTORI
Componenti di un sistema di regolazione che trasformano la variazione di una grandezza fisica in variazione di un’altra grandezza fisica, più facilmente misurabile, in modo che dalla rilevazione di quest’ultima si possa risalire al valore della prima: esempi di trasduttori sono le termocoppie e le cellule fotoelettriche.
TRASMITTANZA UNITARIA
Flusso di calore che, nelle condizioni di regime stazionario, passa da un fluido ad un altro attraverso una parete, per metro quadrato di superficie della parete e per grado centigrado di differenza tra le temperature dei due fluidi; si esprime in W/m2 °C. È l’inverso della resistenza termica.
TRATTAMENTI
Tutte le acque contengono “impurità” a seconda dell’uso che se ne vuole fare. Per le caldaie le impurità sono i gas disciolti e gli ioni che possono determinare incrostazioni oppure corrosioni (vedi la voce IONI e il paragrafo DEPURAZIONE). Da ciò segue che essa deve subire una lunga serie di operazioni, in speciali torri dette demineralizzanti, tali da renderla adatta alle condizioni particolari esistenti nell’impianto.
I trattamenti sono di tipo fisico (eliminazione di solidi come polveri e sabbie oppure i gas) e di tipo chimico (neutralizzazione di ioni particolari e aggiunta di altri ioni).
E’ importante notare che l’acqua di caldaia non deve essere acqua distillata, cioè priva di ioni. Infatti, in ogni caso una parte dell’acqua è dissociata nei suoi ioni 2H+ e OH– e lo ione H+ è quello che determina l’acidità e quindi produce la corrosione. In forma sommaria si può affermare che l’acqua distillata è “affamata” di ioni e quindi è molto aggressiva nei confronti dei metalli.
Questi trattamenti si devono effettuare non solo sull’acqua di reintegro ma anche sulla condensa proveniente dal condensatore: essa infatti trasporta ad esempio particelle di metallo (acciaio, rame) sottratte ai tubi, ai giunti, alla turbina, agli ugelli, tutte cose che a lungo andare sono soggette ad usura.
TROPPO PIENO
Nel c.c.s. si accumula con continuità l’acqua trascinata dal vapore, per cui esso tende a riempirsi completamente. Per evitare ciò su un lato, verso l’esterno, viene sistemato un tubo, detto di troppo pieno, che mantiene costante il livello riportando l’acqua in eccesso al c.c.i. Tale tubo è all’esterno della caldaia e quindi il liquido si raffredda, cadendo per effetto di gravità.
TUBI ALETTATI
Tubi lisci su cui sono riportate apposite alette in lamiera , che possono svilupparsi a spirale, oppure ortogonalmente ai tubi stessi.
TURBINA
E’ la macchina che consente di sfruttare l’energia posseduta dal vapore trasformandola in energia meccanica. Questa energia è poi adoperata per far muovere il generatore elettrico oppure l’elica delle navi oppure il compressore dell’aria nei motori “turbo” ecc.
UMIDITÀ ASSOLUTA
Quantità di vapore acqueo presente in 1 kg di aria secca; per ogni temperatura assunta come riferimento, esiste una umidità assoluta massima, detta di saturazione, raggiunta la quale non è più possibile aumentare la quantità di vapore acqueo presente nell’unità di massa di aria secca. Si misura in [g di vapore/kg di aria secca]
L’aria umida è una miscela di aria secca (costante del gas R = 287 J/kg K) e di vapore acqueo (R = 462 J/kg K).
Il vapore acqueo, per valori molto piccoli della pressione parziale in cui si trova nell’aria, può essere considerato un gas perfetto.
In realtà, l’aria secca è una miscela di gas, la cui composizione media, in volume, è la seguente:
- 78,08 % di azoto;
- 20,95 % di ossigeno;
- 0,934 % di argon;
- 0,03 % di anidride carbonica (CO2);
- 0,0018 % di neon;
- 0,000524 % di elio;
- 0,0002 % di metano;
- 0,00011 % di kripton.
UMIDITÀ RELATIVA PERCENTUALE
Rapporto percentuale tra il contenuto nell’aria di vapore acqueo ad una certa temperatura (umidità assoluta effettiva) e la quantità massima contenibile alla medesima temperatura (umidità assoluta di saturazione).
L’umidità relativa può essere inoltre ottenuta conoscendo i valori della temperatura di bulbo secco e di bulbo umido. In pratica, la temperatura di bulbo secco corrisponde alla normale temperatura dell’aria, rilevabile attraverso un comune termometro; al fine di rilevare la temperatura di bulbo umido è necessario invece ricoprire il bulbo del termometro con una sottile garza di cotone bagnata con acqua distillata.
Se l’ambiente non è saturo, l’acqua contenuta nella garza, evaporando, sottrae calore all’aria umida, per cui la temperatura così misurata risulterà sicuramente inferiore a quella del termometro a bulbo secco; tanto più bassa è l’umidità relativa, tanto più grande sarà la differenza tra le temperature dei due termometri.
La temperatura di bulbo secco e quella di bulbo umido coincideranno nel momento in cui l’ambiente è saturo, condizione nella quale si inibisce l’evaporazione dell’acqua contenuta nella garza.
Anche la velocità con cui l’aria lambisce il bulbo bagnato ha una certa influenza sulla temperatura rilevata: tuttavia, per velocità inferiori a 2,5 m/s tale influenza è trascurabile.
Le misurazioni di umidità relativa vengono eseguite mediante uno strumento denominato psicrometro, che si basa sul principio appena esposto; esso è composto da due termometri, uno a bulbo asciutto, mentre l’altro è avvolto in una garza inumidita con acqua distillata (bulbo umido
VAPORE
I liquidi per effetto di un aumento di temperatura passano allo stato di aeriforme. L’aeriforme si chiama vapore quando la sua temperatura è minore di quella critica (per l’acqua 374 °C); a temperatura superiore a quella critica l’aeriforme si chiama gas. Dal punto di vista fisico gas e vapore si distinguono perché il gas non può in alcun modo essere condensato (ridotto allo stato liquido) se non dopo essere stato portato a temperatura inferiore a quella critica. Ad esempio l’aria può essere compressa sino a migliaia di atmosfere di pressione rimanendo gas; per renderla liquida è necessario che la sua temperatura sia minore di circa – 150 °C.
VAPORE SATURO: UMIDO O SECCO
Il vapore si dice saturo quando è in presenza del suo liquido: nei tubi bollitori, nel c.c.s., nel condensatore il vapore è saturo. Quando il vapore saturo contiene gocce d’acqua, come la nebbia, si dice che è umido: nei tubi bollitori, nel c.c.s., nel condensatore il vapore è saturo umido. Quando il vapore saturo non contiene gocce d’acqua si dice che è secco: nel duomo il vapore è saturo secco. In tutti questi casi la temperatura è sempre quella di vaporizzazione o di condensazione. Quando la temperatura è maggiore, il vapore diventa surriscaldato ed è ovviamente secco.
VELOCITÀ MEDIA DI UN FLUIDO
Rapporto tra la portata volumetrica del fluido e l’area della sezione netta del condotto. Si misura in m/s.
VENTILCONVETTORE
Vedi fan-coil
VISCOSITÀ DINAMICA
Resistenza opposta al moto reciproco con velocità di 1 m/s di due strati paralleli di fluido, di estensione 1 m2 e distanti 1 m.
Si esprime in poise [P].
VISCOSITÀ CINEMATICA
Rapporto tra la viscosità dinamica e la densità del fluido in esame.
L’unità di misura è lo stoke [St].
VOLUME SPECIFICO
E’ una variabile dello stato fisico del vapore, con grandi escursioni a seconda della pressione e della temperatura. E’ definito come “volume dell’unità di massa o di peso” ( [v] = [m3 / kgm] oppure [v] = [m3 / kgp]) e quindi è l’inverso del peso specifico (peso dell’unità di volume: [g] = [kgp / m3] ) oppure della densità (massa dell’unità di volume: [r] = [kgm / m3]). Per avere un’idea della sua variabilità basta ricordare che un litro d’acqua (cioè 1 kg) diventa 28.730 litri (cioè 28,730 m3) di vapore a 0,05 atmosfere (temperatura 32,5 °C) e 3,10 litri a 225 atmosfere (temperatura 374,0 °C).
ZONA
Con tale termine si può intendere una porzione di edificio, un’unità immobiliare, una porzione di unità immobiliare (insieme di locali), un unico locale; in ogni caso, si tratta dell’identificazione di un volume climatizzato, le cui variabili termofisiche (la più importante delle quali è, in genere, la temperatura) possono essere controllate in modo pressoché indipendente dagli altri volumi.
ZONA TERMICA (definizione della norma UNI 10379)
Spazio racchiuso da un involucro edilizio e riscaldato ad una temperatura uniforme.